Secondo quanto emerso dalla ricerca dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano, pubblicata lo scorso 26 maggio 2021, dall’inizio della pandemia l’88% circa dei pazienti ha in vario modo fatto ricorso alla rete o ai supporti digitali presenti su smartphone per informarsi sulla propria salute o contattare il proprio medico di fiducia; così come la Telemedicina è entrata nella quotidianità di molti più medici rispetto al pre Covid, soprattutto per il ricorso a tele-visite, tele-monitoraggio e tele-consulti. L’emergenza pandemica da Covid-19 è già segnata quindi dalla urgenza di costruire nella Medicina Territoriale, e non solo, una “nuova” normalità che metta al centro di un rinnovato assetto organizzativo la necessità di investire nel progresso tecnologico e in una rapida trasformazione digitale per assicu- rare maggiore efficienza, equità e sostenibilità del sistema sanitario.
Grazie al PNRR, l’Home Care, le Case della Comunità, gli Ospedali di Comu- nità e le Centrali Operative di coordinamento saranno gli assi su cui poggerà la nuova medicina extra-ospedaliera, ma sarà necessario lavorare rapida- mente ad una integrazione orizzontale tra i diversi livelli di intervento che solo una adeguata infrastruttura digitale sarà in grado di garantire, con l’obiettivo di una presa in carico completa e possibile ed una trasversalità vera e non solo dichiarata tra ospedale e territorio.
Le competenze digitali dei professionisti sanitari rimangono un obiettivo stra- tegico da perseguire, anche solo per passare dalle competenze digitali di base (Digital Literacy) legate all’uso di strumenti digitali nella vita quotidiana, ad un livello soddisfacente delle competenze digitali professionali (Digital Health Competences).
Chi studia e pratica le “digital transformation” insiste col dire che queste riguardano prima le persone e l’organizzazione, e poi la tecnologia. Così potrà nascere la futura categoria di professionisti sanitari che avrà la responsabilità di costruire una nuova semantica della relazione medico-paziente e una nuova semeiotica digitale; identificare criteri per modelli predittivi da integrare nella pratica clinica; standardizzare le banche dati cliniche e di ricerca; definire i confini dei social network e delle nuove tecnologie di comunicazione all’inter- no dei servizi sanitari.
Nella presa in carico del paziente cronico, alla base del cambiamento c’è ne- cessità di un nuovo approccio culturale e di nuove competenze da maturare sul campo (digital skills) per un nuovo e più completo concetto di “prossimità” da realizzare.